LA LEGGE DEL MERCATO (LA LOI DU MARCHE') |
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di Stéphane Brizé, con Vincent Lindon , Yves Ory, Karine De Mirbeck
(Francia, 2015)
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E' costato meno di due milioni di euro; eppure assume significati che gli permettono di affrontare le ripercussioni infinite delle crisi che il mondo sta affrontando. Il viso quasi inscalfibile (la straordinaria umanità del film e del suo protagonista è proprio racchiusa in quel "quasi") di Vincent Lindon (Premio all'Interpretazione maschile di Cannes 2015) appartiene infatti a uno dei tanti disoccupati impossibilitati a continuare una vita che loro corrispondeva. Costretto ad accettare un impiego mortificante, pur di sopravvivere con la sua famiglia: repressore di furti, fino ai più meschini, in un supermercato. Lo Stato si è dato anche da fare, ma l'orientatore professionale non sa a che santo votarsi. La banchiera gli consiglia di vendere l'unica cosa che lui possiede, il modesto appartamento; per poi proporgli un prestito di 3500 euro quando gliene occorrono mille di meno. Sono tutte situazioni risapute, proprio come le facce pulite e indifese degli attori non professionali che interpretano il proprio ruolo nella vita. In un film che non è mai alla ricerca di una progressione narrativa. Un'opera più di finzione di quei documentari celebri di Raymond Depardon che talvolta ricorda nella sua terribile verità. I fatti vengono mostrati quasi casualmente, in una elementarità che è tutto fuorché facile. Al contrario, verissima e soppesata. Resa eterna e universale, sul viso impressionante nella sua immobilità, trasparenza, emozione repressa di Vincent Lindon. Che osserva, assorbe, sembra sfumare ogni violenza Noi spettatori impotenti ci aspettiamo deflagri definitivamente nei confronti di tanta, ineluttabile mestizia: non sarà che una delle prime reazioni destinate ad alimentare la visione di un film dalla verità sconvolgente.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
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